I cambiamenti (richiesti dall'ambiente circostante e dal mercato del lavoro) sono sempre più frequenti.
Come affrontare un cambiamento sul lavoro, soprattutto se è imposto dal mercato, dai clienti o dal modo di lavorare nel quale siamo stati immersi fino a oggi?
I cambiamenti e il mercato del lavoro
Il mondo del lavoro oggi è diventato B.A.N.I. ovvero Brittle, Anxious, Nonlinear, Incomprehensibile, in italiano fragile, ansioso, non lineare e incomprensibile (J. Cascio, 2020).
Questo modello teorico ipotizzato durante la pandemia ci porta a individuare un mondo del lavoro molto incerto, movimentato, proprio in continuo cambiamento.
Quindi è naturale che se il mondo del lavoro chiede maggiore flessibilità e adattabilità anche a fronte all'ambiente socio-politico-economico circostante, ai professionisti sia richiesta una maggiore mobilità professionale rispetto al passato.
Insomma, se ci sentiamo trottole che girano senza sosta, è perché il mondo attorno a noi è proprio un frullatore che cambia continuamente. E spesso cambia a nostra insaputa, o nonostante noi vogliamo andare in un'altra direzione.
Tipo di cambiamento di lavoro
Sul lavoro potrebbero esserci molti tipi di cambiamenti, più o meno imposti. Cerchiamo di fare un elenco, sicuramente ampio ma non completamente esaustivo, delle casistiche che potremmo trovarci a fronteggiare
- Licenziamento da parte dell'azienda
- Chiusura del rapporto di collaborazione da parte di un cliente
- Cambio di ruolo o mansione
- Cambio di dipartimento
- Cambio di azienda (ad esempio per fusione o acquisizione)
- Cambiamento dei colleghi, capo o collaboratori
- Cambio di proprietà (l'imprenditore vende ad altri)
- Trasferimento
- Dimissioni volontarie (quando scegli tu di andartene)
- Avvio di attività autonoma
- Chiusura dell'attività autonoma
- Pensionamento
Qualunque sia il cambiamento di lavoro che stai affrontando, probabilmente non è il primo e neanche l'ultimo della tua vita. Oggi è veramente molto raro poter entrare in una azienda o una condizione professionale e restarci tutta la vita.
Come si fa a gestire i cambiamenti professionali e cosa viene richiesto oggi ai lavoratori e alle aziende?
Le competenze più richieste nel mondo del lavoro
Le competenze maggiormente richieste oggi, sempre secondo Cascio, sono quindi resilienza, empatia, adattabilità e intuizione (altro acronimo americano: R.A.A.T.).
Alle aziende e ai professionisti, ai freelance e ai dipendenti viene chiesto di adattarsi ai cambiamenti. Ancora. E ancora. Alle novità del web, dell'AI, ai cambiamenti dei costi delle materie prime, alle spese crescenti, alla difficoltà di trovare collaboratori, ai clienti sempre più informati ed esigenze, alla concorrenza, ai colossi, alla gestione dei dati, alla burocrazia.
Da questo elenco si capisce che i cambiamenti fanno e faranno sempre più parte del mondo del lavoro.
Aspettative e cambiamenti lavorativi
Spesso una cosa difficile da gestire quando c'è un cambiamento professionale è il rapporto tra realtà e aspettative. Tra le aspettative che abbiamo per noi e il nostro lavoro, tra il senso che vorremmo avesse e quello che è davvero. Spesso le persone arrivano ad un punto di rottura che ci porta ad adattarsi passivamente, o a riprendere (nuovamente) in mano il nostro futuro per poterlo direzionare.
Questo è sempre più frequente al giorno d'oggi: la crisi economica che stiamo vivendo ci porta spesso ad andare in direzioni non in linea con le nostre aspettative o investimenti. Adattamenti, anche in negativo e per la pura sopravvivenza professionale.
Arriviamo da anni in cui il "se vuoi, puoi" era la narrativa principale, in cui la crescita era continua e l'ascesa professional-sociale possibile e auspicabile. Ora stiamo affrontando l'esperienza dello stop delle aspettative, e del continuo adattamento per garantire la sopravvivenza professionale.
I professionisti dicono: "sto qui perché non posso permettermi di cambiare", o "non lascio quel cliente perché ho bisogno di tenere quel fatturato".
Le aziende: "non troviamo altri che si adattino, dobbiamo tenerci il personale che abbiamo" o ancora "vorremmo investire, magari l'anno prossimo".
Cambiamenti professionali e loro conseguenze
I cambiamenti professionali, ma in generale in ogni ambito della vita, conducono ad uno stato di turbamento, scelte da prendere, modifica della routine.
Questi aspetti emotivi sono presenti in tutti i passaggi professionali della nostra carriera, ma possono avere intensità e connotazioni diverse a seconda del tipo di cambiamento professionale da affrontare.
Cambiamento professionale scelto
Quando sono cambiamenti scelti da noi e ponderati, questa mutazione è complessa e lunga, ma tutto sommato sorretta dalla consapevolezza e decisione nei nuovi obiettivi individuati. Cambio perché voglio stare meglio, cambio perché scelgo io quando e come non voglio più stare in certe condizioni.
Cambiamento professionale sùbito
Quando invece è un cambiamento imposto e sùbito, spesso il cambiamento professionale può essere vissuto come un vero proprio trauma, un lutto da superare. Se l'azienda mi lascia a casa dopo molti anni, o se i vertici cambiano e fanno scelte non più condivise, spesso si affronta il mondo del lavoro con molta sfiducia nelle future relazioni professionali.
Holmes e Rahe (1967) hanno condotto una ricerca su 5000 pazienti e costruito una scala gerarchica dei vari tipi di cambiamenti di vita che le persone vivono come stressanti (il test completo qui).
La ricerca ha delle lacune metodologiche ed è un po' datata, tuttavia nella classifica degli stressor gli aspetti professionali hanno una importanza rilevante sul totale dei 43 eventi analizzati, con intensità espresse in centesimi che riporto:
- licenziamento 47/100
- cambiamento delle mansioni 36/100
- modifica del ruolo 29/100
- cambiamento degli orari professionali 20/100
Il licenziamento è riconosciuto come l'ottavo evento più stressante della vita (a seguito di morte di persone care, malattie, divorzio...). Ciascun individuo reagisce in modo diverso e vive in modo differente l’esposizione allo stress. Sia che il cambiamento sia imposto o scelto.
Ma il fatto che sia riconosciuto da molte persone che i cambiamenti lavorativi sono eventi stressanti, ci porta a sottolineare l'importanza di trattarli come tali.
Concludendo, in ogni caso è molto importante riconoscere questo momento emotivamente complesso, per accettare tutte le fasi di un vero e proprio lutto relazionale da attraversare.
Non possiamo pretendere da noi stessi subito di essere super-efficienti nella ricerca di nuove opportunità lavorative, e non possiamo pretendere di dover per forza affrontare questo momento da soli se sentiamo di non avere energie o risorse.
Cosa aiuta ad affrontare i cambiamenti di lavoro
Come affrontare un cambiamento di lavoro? Semplificando molto, due cose aiutano ad affrontare i cambiamenti, anche e soprattutto quando non richiesti o cercati:
- speranzosità
- autoefficacia
La speranzosità è diversa dall'ottimismo. Avere speranzosità significa avere fiducia che il futuro possa andare bene. Difficile di questi tempi, serve uno sforzo che negli ultimi 80 anni non era richiesto.
Eppure possiamo lavorare ogni giorno sul rafforzare la fiducia nelle nostre capacità, credendo nella possibilità di farcela a fronteggiare ciò che ci viene proposto. Possiamo allenarci a costruire scenari positivi "se tutto andasse per il meglio, cosa sarebbe successo nel mio lavoro?", "se avessi le possibilità, cosa riuscirei a fare (che ora non posso ancora fare)?".
Concetto legato a quello di autoefficacia (A.Bandura, 1977): credere nelle proprie capacità di raggiungere un obiettivo o riuscire efficacemente a svolgere un compito. Lo psicologo ha individuato le fonti che, secondo i suoi studi, influiscono la costruzione dell'efficacia percepita:
- Le esperienze vissute
- Ciò che abbiamo appreso osservando gli altri, cosa fanno e come lo fanno (confrontandoci con loro rispetto alle nostre capacità)
- L'incoraggiamento altrui nella possibilità di essere capaci e sperimentare
- Come stiamo in quel preciso momento
In pratica: credo di potercela fare ad affrontare i cambiamenti perché ci sono sempre riuscito, perché sono una persona curiosa, mi posso informare, riuscirò a trovare le risorse o le informazioni, gli altri credono in me ecc...
Questi sono concetti cardine dell'empowerment personal-professionale.
Trovare nuovi modi e obiettivi professionali
Quello che aiuta davvero è (forse appare paradossale) ripartire da sé e dai propri desideri.
Riprendere in mano il timone, e fare in modo che gli altri/il mercato/il mondo non siano i soli a scegliere i cambiamenti per noi.
Se non sai da che parte iniziare, già sai che posso aiutarti partendo da un solo incontro.
Se sai da dove partire ma non sai come fare, idem. Ma l'importante è passare in azione, sperimentare, trovare un nuovo senso al proprio lavoro, se quello attuale è troppo flebile o non si adatta più a chi sei oggi, o a quello che ti viene richiesto.