Hai chiaro in testa che vuoi uscire dal momento di crisi e stallo che stai attraversando, ma non sai come farlo. E magari vuoi vagliare la possibilità di metterti in proprio (o di cominciare a farlo per davvero). Il caso pratico di Marta può aiutarti.
Rendersi conto che sei in un momento in cui vuoi cambiare qualcosa, o in cui è ora di riprendere in mano quel progetto di business autonomo è abbastanza facile. Diverso è riuscire a farlo nella pratica, prendendo una direzione e perseguendola.
Questo è lo stesso problema che avevo io agli inizi e che rivedo nei miei clienti dei percorsi individuali.
Il percorso è nato proprio per entrare nel merito del tuo percorso personale, dei tuoi progetti e del tuo modo di affrontare il cambiamento, cosa che è impossibile fare in modo personalizzato ed esauriente in un articolo di blog.
Ma cercherò ugualmente di darti qualche consiglio utile attraverso il caso di Marta.
Uscire dalla crisi con una vision
Marta è arrivata da me con le idee molto confuse e in piena crisi professionale, dalla quale voleva uscire ma era molto titubante sulla possibilità di riuscire a farlo per davvero.
Durante il primo colloquio è emerso che il suo tema era non avere le idee molto chiare su cosa fare del suo futuro. Al tempo stava ancora lavorando come dipendente e aveva questa idea, chiusa nel cassetto da qualche tempo, di voler mettersi in proprio.
Ma con neppure troppa chiarezza su cosa fare e come. Sapeva di voler fare qualcosa di creativo, anche se le hanno sempre detto che di cose creative non si vive. Le ho proposto di lavorare con il percorso individuale, per poter avere il tempo in cinque colloqui di un'ora e mezza per focalizzarci bene su cosa voleva fare, sbloccarsi e cominciare ad abbozzare un piano d'azione per realizzarlo. Faccio sempre preventivi personalizzati, ma in questo caso il pacchetti di sessioni di questo percorso faceva proprio al caso suo.
Nella prima sessione abbiamo lavorato sui suoi progetti professionali. Abbiamo indagato la sua vision, ci siamo dedicate ai dettagli e a rimettere in circolo la sua voglia di darsi da fare. Marta partiva infatti da una situazione di demotivazione, sfiducia quasi in quello che sapeva fare e avrebbe potuto fare del suo futuro. Sei nella stessa situazione? E' comune se non si hanno le idee chiare.
Era in una fase "vorrei ma non so se posso, quindi forse meglio che lascio perdere", che forse conosci bene anche tu. Per uscire da un momento di crisi il primo passo è chiarirsi le idee su cosa si vuole fare e lei non riusciva a farlo da sola. Aveva bisogno di aiuto, aveva bisogno della mia professionalità.
Risorse e talenti contro lo stallo
Abbiamo poi testato, approfondito, dettagliato la vision. E cominciato a lavorare sui suoi pensieri limitanti, con un focus particolare però sulle sue risorse. Su ciò che lei sapeva fare, su ciò che faceva già parte di lei e poteva recuperare. Sui suoi talenti.
Lavorare sui talenti e su ciò che già c'è, è la base per aumentare la sensazione di potere personale, di poter fare le cose che si vogliono.
Sono le fondamenta per "concedersi il permesso" di volare alto così da mettersi in azione e uscire dal momento di crisi che si sta attraversando.
Quello che le serviva era potenziare il suo mindset imprenditoriale, lavorando sui suoi desideri e risorse, in chiave positiva. Le energie e risorse che aiutano ad individuare come uscire da un momento di crisi, partono tutte dalla nostra testa.
Progetto professionale anti-crisi
Abbiamo poi lavorato sul progetto professionale: abbiamo declinato la vision e i suoi talenti in cosa era davvero fattibile per lei, nell'orizzonte temporale di un anno e cinque anni.
Il progetto professionale concretizzabile è un punto importante: le crisi non vengono mai a caso, e il suo sentirsi spaesata e confusa era sintomo che stava seguendo un progetto professionale nel quale non si riconosceva.
Ma uscire da una fase di concretezza ed entrare in un'altra le era impossibile attraversare un percorso di focus su di sè con il mio supporto.
Monitoraggio per essere certi di essere usciti dalla crisi
Abbiamo utilizzato l'ultimo incontro come monitoraggio a distanza di un mese. Lo abbiamo concordato perché Marta sentiva l'esigenza di essere supportata per non ricadere nei soliti pensieri e per non mollare di fronte alle difficoltà.
Abbiamo utilizzato il nostro tempo insieme per far una review di quanto aveva deciso e di quanto aveva effettivamente già fatto (raccogliere informazioni, definire i suoi punti forti, abbozzare un piano di azione più sostanzioso rispetto a quello iniziato insieme...) e rivedere i prossimi passi.
Questa è una cosa importantissima: a volte le idee si chiariscono ma l'autosabotaggio è in agguato, e rischia di bloccare la realizzazione concreta del progetto.
Marta aveva pensato e provato di mettersi in proprio già altre volte, ma nonostante ondate di entusiasmo, si era ritrovata spesso al punto di partenza, demotivata e con una autostima più bassa. Questo circolo vizioso è importante da spezzare, perché se non lavori sulla percezione di autoefficacia, monitorando il progetto, il rischio di mollare e "accontentarti della tua vita attuale" è alto.
E' difficile sbloccarsi e mettersi in azione
Scommetto che questa frase ti è già saltata in testa, vero? Sì, sbloccarsi mentre si è all'interno di un periodo di crisi, nel quale probabilmente ci si mette molto in discussione, è la parte più difficile dell'aprire una attività autonoma.
Ma è anche la base del resto: se non ti metti in azione uscendo dallo stallo, quanto tempo ti servirà per raggiungere i tuoi sogni professionali e tramutarli in realtà?
Come farai a trovare clienti e a cambiare la tua situazione attuale?
Quindi accetta la realtà: devi lavorare sul tuo mindset e sulla direzione chiara da prendere, prima di pensare al piano d'azione.
Ma se tutto questo ti sembra una montagna da scalare altissima, che va oltre le tue forze, posso darti una mano io col percorso.
E puoi iniziare a fare il primo passettino subito, prenotando la tua sessione gratuita ed individuale con me.