Ti è mai capitato di chiederti cosa significa essere imprenditore o essere libero professionista?
Ho colto la domanda di una cliente per fare chiarezza sui termini e sul mio punto di vista.
Molto spesso i termini che riguardano il lavoro autonomo vengono assimilati, e questo crea una certa confusione. Qui cerco di farti capire la differenza tra imprenditore e libero professionista.
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L'imprenditore
In ambito giuridico, Art. 2082 del Codice Civile: “è imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”.
L'imprenditore quindi svolge un'attività economica di produzione e scambio di beni o di servizi e di solito garantisce con il suo operato e la sua attività un risultato (ad esempio tinteggiare le pareti, costruire una casa...).
Per fare un esempio chiarificatore e per semplificare un po': ha aperto una attività, ha investito capitali e risorse stabili (es. un ufficio, un negozio, un capannone). Ha assunto probabilmente anche dei dipendenti e garantisce un risultato, lavorando tramite gare ed appalti, o tramite commesse dirette con il cliente/committente. Spesso trasforma materie prime in altri risultati, tramite anche lavoro manuale, e commercializza i suoi prodotti in una filiera locale o anche all'estero.
Per darti qualche numero, tendenzialmente quando si parla di piccola imprenditoria in Italia ci si riferisce alla piccola o media impresa (PMI), individuate in base classificazione della Commissione Europea.
In base agli ultimi bilanci disponibili, soddisfano i requisiti di PMI 140.362 società. Di queste, 115.773 sono piccole imprese e 24.859 sono medie aziende. Le PMI rappresentano il 23% delle imprese italiane ed occupano 3,9 milioni di addetti.
Lavoratori autonomi
Il lavoratore autonomo a differenza dell'imprenditore svolge un'attività prevalentemente intellettuale, utilizzando le proprie conoscenze ed esperienze di studio.
Fornisce servizi, a volte anche in modo organizzato, ma la sua organizzazione non assume la forma di un'impresa.
Infatti non ci sono beni strumentali di importo rilevante (può esserci ad esempio uno studio anche specializzato ma non ci sono macchinari, attrezzature produttive o una sede aziendale vera e propria).
Per l'esercizio dell'attività professionale e per la produzione del reddito non sono determinanti i beni materiali, ma le qualità del professionista che quindi fornisce pareri, consigli, consulenze. Tutte attività dove l’aspetto intellettuale è di molto superiore a quello manuale o commerciale (alla produzione quindi o al procacciamento di clienti).
Lavoratore autonomo in breve
Il lavoratore autonomo non garantisce un risultato ma il compimento di un opera intellettuale, l'erogazione di un servizio intangibile, la consulenza appunto su una problematica.
La grande differenza con l'imprenditore è che, pur essendo richiesta ad entrambe le figure una certa professionalità e manualità, non è paragonabile il peso del contributo intellettuale, ad esempio uno psicologo (professionista) e un imbianchino (impresa).
Sono esclusi quindi dall'imprenditoria i liberi professionisti, artisti e inventori (anche se a volte la loro attività si espleta anche mediante una organizzazione di mezzi e personale) perché nell'esercizio dell'attività professionale gli obblighi dei liberi professionisti sono di mezzi/modalità e non di risultato.
Al lavoratore autonomo o libero professionista è dovuto il compenso per il semplice fatto di aver prestato la sua opera, a prescindere dal risultato.
Spesso in Italia si utilizza anche il termine "freelance" (dall'inglese freelance worker) termine inglese per indicare un soggetto che opera come libero professionista per diverse società o organizzazioni, senza avere alcun rapporto contrattuale di dipendenza con esse.
Il termine, usato anche nella lingua italiana, ha un significato generico, non essendo legato ad alcun settore specifico di attività. In Italia l'espressione freelance è assimilabile a quella, molto utilizzata dai mass media, di "popolo delle partite IVA".
La parola deriverebbe dall'inglese "mercenario" (free-lance ovvero "Lancia-indipendente" o "Lancia-libera"), cioè un soldato professionista che non serviva un comandante specifico, ma si metteva agli ordini di chiunque lo pagasse.
Tipi di professioni intellettuali
I professionisti intellettuali non sono dunque imprenditori, in quanto ciò che prevale è il carattere intellettuale della prestazione rispetto a capitale o organizzazione delle risorse. Nell'ambito delle professioni intellettuali del lavoro autonomo ci sono poi due grandi categorie di professionalità: quelle che rientrano nelle professioni protette e quelle riguardanti le professioni non regolamentate.
Le prime sono le attività professionali per le quali è prevista l’appartenenza ad un Ordine professionale e l’iscrizione al relativo Albo (ad esempio medico, architetto, psicologo, ingegnere, commercialista...).
Invece le professioni non regolamentate possono essere professioni non riconosciute da una normativa specifica, oppure professioni previste dalla legge ma non esiste alcun Albo o Ordine.
Serve l'aiuto di un esperto
Il professionista acquista la qualifica di imprenditore solo quando l'attività professionale rientra nell'ambito di una più ampia organizzazione imprenditoriale. Ogni scelta professionale è da concordare con il supporto del commercialista, che saprà indicarti a quale categoria appartiene la tua idea in proprio. E saprà darti le informazioni necessarie.
Proviamo a fare un esempio pratico: organizzare corsi di formazione è attività di un imprenditore o di libero professionista?
Se partecipo ad un corso come docente è attività libero professionale perché è presente l'elemento intellettuale della prestazione del professionista (ad esempio presto la mia attività e competenze come docente come formatrice). Ho ha un contratto di lavoro autonomo, mantengo la mia Partita Iva. Anche se organizzo i stessa i corsi di formazione tenuti da me, noleggiando una sede, rimango sempre libero professionista.
Se invece io non partecipo al corso ma lo organizzo facendo tenere la docenza da altri, pur definendo orari, termini di partecipazione e magari anche la sede, è attività d'impresa. Sono infatti di solito gli entri/società di formazione ad organizzare tanti corsi.
Mindset dell'imprenditore
Al di là della forma giuridica, del tipo di attività svolto e dei mezzi utilizzati c'è però una importante distinzione che io faccio e che spesso viene tralasciata.
Quella del mindset, la predisposizione della nostra mente nello svolgere l'attività. Spesso si sottovaluta l'importanza della mentalità, dell'approccio che si ha al lavoro in proprio. Ne parlo anche nel prossimo articolo, ma in questo voglio anticiparti, anche per esperienza personale, come la nostra mentalità faccia davvero la differenza.
Per me una grande differenza tra lavoratore autonomo e imprenditore sta proprio lì: provo a farti un esempio.
Per anni ho lavorato come libera professionista, prestando le mie capacità intellettuali ad altri, adattandomi alle richieste di altri e rispettando i tempi. Ora sto lavorando per diventare imprenditrice, prima di tutto di me stessa, di quello che posso proporre e del mio modo di lavorare. E poi forse, chissà, un domani questo mi porterà davvero ad aprire una società, una impresa. Ma quello che conta in primis è il cambio di mentalità, è la risposta al "perché lo faccio" e al "come voglio farlo".
Se vuoi crescere ti serve in ogni caso, dentro qualsiasi forma giuridica il tuo lavoro sia inquadrato, un passaggio mentale verso l'imprenditorialità. Perché ti assicuro che cambia parecchio le cose. Rispondere ad altri, fare per altri, magari anche con un buon fatturato e fare impresa nel tuo modo è tutta un'altra cosa.
Non ti pare?